Il TFR ha un valore fondamentale e va controllato in busta paga mese per mese, per evitare problemi e calcoli errati a fine lavoro.
Uno strumento che permette ai lavoratori, del pubblico e del privato, di accedere al termine della loro carriera presso quel dato datore di ricevere un trattamento di fine rapporto. È quello che comunemente viene anche definito come liquidazione.
Il TFR viene messo da parte dall’azienda, vuol dire che mese dopo mese questa calcola l’accantonamento. Si calcola la retribuzione totale, considerando anche tredicesima e quattordicesima, si divide per 13.5 e quindi si effettua il versamento.
Anno per anno le quote si sommano quindi più è lungo il periodo di permanenza in azienda e maggiore sarà l’importo alla fine. Su queste però verranno pagate le tasse al momento del prelievo, per questo motivo occorre capire bene come farlo fruttare al meglio.
Nella busta paga viene sempre indicato nella parte bassa, dove ci sono cioè tutte le trattenute del lavoratore quindi contribuzioni, premio INAIL, permessi ecc. Il TFR cambia in base al tipo di contratto, non tutti sanno però che arrivata a una percentuale importante, la somma può essere prelevata in anticipo nella misura massima del 70%. Questa azione è possibile quando si devono affrontare spese importanti come l’acquisto di un immobile, problemi sanitari, spese necessarie. Tuttavia per ogni azienda è possibile farlo in modo limitato quindi anche se è una questione aperta a tutti, il titolare non è obbligato ad accettarlo per tutti ma può farlo solo in parte e quindi non è sempre dato per scontato che venga effettivamente poi erogata la somma richiesta.
Il TFR è tassato quindi viene applicata sempre l’aliquota IRPEF di quel momento, per questo motivo è interessante scoprire che ci sono altre “vie”. Ad esempio l’uso di questo fondo per poter implementare la pensione, mediante un sistema pensionistico integrativo, consente non solo di fare un ottimo investimento ma anche di essere tassati molto meno e quindi al termine di avere un budget maggiore.
La cosa importante però è sempre controllare tutte le voci, mensilmente, in busta paga, quindi facendo riferimento al TFR e alla sua presenza nel documento ma anche alla possibilità di verificare che sia effettivamente corretto. Infatti solo così è possibile segnalare e rettificare errori e omissioni. Se dovesse passare troppo tempo diventerebbe difficile farlo o dover addirittura pensare a un calcolo successivo all’uscita dal lavoro.
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