Ecco i tre segreti dietro il successo di Spotify: così ci fa ascoltare sempre musica che ci piace anche se non l’abbiamo mai sentita.
Spesso ci interroghiamo sulla modalità con cui Spotify è in grado di proporci nuovi brani che si adattano perfettamente ai nostri gusti musicali. La realtà è che il servizio di streaming musicale combina diverse tecniche per assicurare la massima corrispondenza tra le tracce suggerite e le nostre preferenze personali. Un approfondito articolo pubblicato su Hackernoon fornisce una dettagliata disamina di come questa applicazione per la musica riesca a eseguire settimanalmente questa sorta di magia: creare la playlist Discover Weekly composta da 30 nuovi brani che potenzialmente potrebbero piacerci.
Il primo metodo impiegato, sebbene non del tutto innovativo, trae ispirazione dall’esperienza del servizio Last.fm ed è utilizzato anche da Netflix per consigliare film o serie TV. Conosciuto come filtraggio collaborativo, questo approccio si basa sull’indiretto scambio di suggerimenti tra utenti con gusti simili. Spotify analizza le nostre abitudini di ascolto, le playlist salvate, le visite ai profili degli artisti e utilizza queste informazioni per individuare utenti con preferenze simili, suggerendo loro brani che potrebbero risultare graditi ma che non hanno ancora ascoltato.
Questo sistema, applicato a una vasta base di oltre cento milioni di utenti e a un catalogo di trenta milioni di canzoni, si presenta come un complesso e altamente efficace meccanismo.
Come fa Spotify ad indovinare la musica giusta sempre?
Il secondo approccio si basa sull’analisi del linguaggio naturale (Natural Processing Language – NPL). Spotify monitora costantemente la rete per individuare post e articoli riguardanti la musica e cerca parole e aggettivi associati a specifici artisti. Questo metodo, simile a quello adottato da Echo Nest (acquistato da Spotify nel 2014), etichetta canzoni e artisti con tag rilevanti e confronta le similitudini tra di essi per suggerire brani in base alle preferenze degli utenti.
Il terzo metodo, il più innovativo tra i tre, consiste in una comparazione a livello di traccia audio. Questo approccio consente di scoprire anche brani completamente nuovi, che sfuggono ai metodi precedenti. Utilizzando complessi algoritmi di apprendimento automatico, simili a quelli utilizzati nei software di riconoscimento facciale, Spotify analizza i frammenti audio delle canzoni per individuare similitudini e suggerire brani che potrebbero interessare agli utenti.