Il nuovo Codice della Strada introduce sanzioni pesantissime per chi guida dopo aver assunto particolari farmaci. Di quali si tratta?
Con l’ultima riforma del Codice della Strada sono state previste pene molto severe nel caso in cui i test rilevino l’assunzione di sostanze psicoattive da parte dei conducenti. In particolare, è venuta meno la necessità di provare lo stato di alterazione psico-fisica di chi è alla guida perché il reato viene integrato dalla semplice circostanza di “aver assunto sostanze stupefacenti o psicotrope“.
Quali sono le conseguenze di questa modifica normativa e in che modo inciderà sulla libertà degli individui? Scopriamo quali sono i farmaci vietati.
Divieto di assunzione di farmaci per chi guida: quali sono i pericoli?
La recente modifica dell’art. 187 del Codice della Strada mira a fare chiarezza su quali sostanze è illegale assumere dagli automobilisti e quali sono quelle consentite perché regolarmente prescritte dai medici.
In base all’analisi condotta dalla Struttura Complessa Unità Clinica Operativa di Medicina Legale dell’Azienda Sanitaria Universitaria “Giuliano Isontina”, è assolutamente vietato guidare veicoli per coloro che hanno assunto medicinali a base di morfina, sostanze analgesiche oppiacee, benzodiazepine, barbiturici e farmaci di origine vegetale a base di cannabis.
Queste sostanze, infatti, anche se vengono spesso assunte con regolarità, possono causare un deficit dell’attenzione. I conducenti che ne fanno uso, inoltre, potrebbero risultare positivi a eventuali drug test perché i farmaci possono essere rilevati nei fluidi biologici (anche la saliva) per ore oppure giorni dopo l’assunzione. Questo vale anche per i medicinali psicoattivi.
Questa circostanza solleva una serie di perplessità, relative alle possibili sanzioni irrogabili e delle conseguenze in caso di sinistri.
Per rendere il divieto più efficace, si pensa di modificare gli articoli del Codice Penale relativi all’omicidio stradale (art. 589-bis) e alle lesioni personali stradali (art. 590-bis). Rimarrebbe, in pratica, il solo obbligo di accertare lo stato di “alterazione psico-fisica” come presupposto per l’irrogazione delle pene stabilite per questi gravi reati.
In realtà, in molti si chiedono se tale intervento normativo possa comportare dei problemi applicativi. La questione, infatti, non coinvolge solo l’ambito giuridico ma anche quello sanitario, assicurativo e lavorativo e pone la necessità di individuare principi che assicurino il rispetto dei diritti dei soggetti coinvolti.
La priorità è evitare che il perseguimento della sicurezza stradale possa ledere la tutela dei singoli. Per questo motivo, sarà necessario tenere conto delle esigenze di tutti e instaurare un efficace dibattito istituzionale per adottare soluzioni legislative consone. Di conseguenza, dovranno essere ascoltati vari professionisti del settore giuridico, medico e assicurativo, che dovranno lavorare con sinergia per predisporre strumenti di sicurezza e protezione di tutti gli individui.