Sai qual è il modo per passare da un mutuo a tasso variabile ad uno fisso? Ecco come farlo e perchè devi modificarlo al più presto.
Quando ci si trova nel vortice delle decisioni riguardanti i finanziamenti immobiliari, una delle questioni di primaria importanza consiste nella selezione tra un tasso di interesse fisso e uno variabile. Il tasso fisso mantiene una stabilità nel corso del tempo, mentre quello variabile può oscillare in base alle fluttuazioni dei mercati finanziari.
Di solito, in periodi di stabilità economica, tale scelta richiede un’esaminazione oculata, che consideri non solo la situazione attuale, ma anche le proiezioni per il futuro. Tuttavia, nessuno può prevedere con assoluta certezza cosa riserverà il domani tra 5, 10 o 20 anni; le circostanze potrebbero migliorare o peggiorare in modo imprevedibile.
In generale, per quanto concerne le valutazioni sui tassi di interesse, è essenziale comprendere che non esiste una verità assoluta. Per esempio, durante periodi di crisi finanziaria, optare per un tasso variabile potrebbe non essere una scelta completamente irragionevole, poiché è plausibile che i tassi diminuiscano nei prossimi anni, secondo le tendenze storiche e le proiezioni di mercato. Spesso è dopo una crisi che si assiste a una normalizzazione delle condizioni finanziarie, mentre in periodi di stabilità potrebbe insorgere all’improvviso un pericolo imprevisto.
Chi si ritrova a rivalutare la propria decisione ha comunque la possibilità di intervenire. Esiste un processo apposito per rinegoziare il tasso di interesse con la propria istituzione finanziaria, a condizione che si soddisfino determinati criteri: un finanziamento inferiore a 200 mila euro, un ISEE non superiore a 35 mila euro e regolari pagamenti delle rate. Durante tale procedura, viene selezionato il tasso più conveniente tra l’Irs a 10 anni e l’Irs relativo al periodo residuo del mutuo.
Ad esempio, per un mutuo con una durata di 30 anni e 2 anni di rate già corrisposte, si può valutare il tasso per i successivi dieci anni. Con il nuovo tasso, si otterrà una rata fissa. Importante sottolineare che ciò non rappresenta una surroga del mutuo, che comporterebbe l’estinzione del finanziamento esistente e l’acquisizione di uno nuovo presso un’altra banca. Si tratta semplicemente della possibilità di rinegoziare il dettaglio relativo al tasso di interesse.
Quali tra le due opzioni sia più conveniente dipende dalla situazione individuale. Se fattibile, passare da un tasso variabile a uno fisso può rivelarsi una mossa sagace. In alternativa, se questa opzione non è disponibile, si può considerare la surroga del mutuo, prestando attenzione nella selezione sia dell’istituto finanziario che dell’offerta.
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