Secondo il Presidente della Fed, è improbabile che si giunga ad un taglio dei tassi di riferimento alla prossima riunione di Marzo. Ecco i dettagli.
La corsa dell’inflazione ha ridotto leggermente la velocità di marcia ed i tassi di interesse ad un certo punto andranno ridotti. Ma quel punto non è ancora arrivato. Questa in sintesi la conferma giunta dalla Federal Reserve, che ha conservato invariati i livelli di riferimento dei tassi di interesse sul dollaro, mantenendo una forchetta di oscillazione tra il 5,25% ed il 5,50%.
Ed il comitato di governo della Federal Reserve (FOMC) ha dichiarato: “Non si ritiene appropriato ridurre i tassi di riferimento fino a quando non si avrà maggior fiducia sul fatto che l’inflazione si stia muovendo in maniera sostenibile verso il 2%”, con la conferma giunta del presidente Jerome Powell che ritiene improbabile che i tassi possano essere tagliati in concomitanza della prossima riunione del FOMC, calendarizzata per i prossimi 19 e 20 Marzo.
Le previsioni del Fondo Monetario Internazionale
I prezzi restano dunque elevati e, secondo la banca centrale, anche i rischi d’inflazione, in particolare a causa delle prospettive economiche ancora incerte. Tuttavia, “Pensiamo che i tassi siano al picco per questo ciclo – ha continuato Powell – e che sarà appropriato ridurre la restrizione a un certo punto di quest’anno.
Ma l’economia ha sorpreso le attese in molti modi e i progressi verso il nostro obiettivo del 2% non sono assicurati, le prospettive non sono certe”.
A riguardo l’FMI, il Fondo Monetario Internazionale, non ha fatto attendere il proprio parere, secondo cui le tre maggiori banche centrali d’Occidente, ovvero la Federal Reserve, la Banca Centrale Europea e la Bank of England, manterranno i tassi ai livelli attuali almeno “fino alla seconda metà dell’anno prima di ridurli gradulamente”.
Le tre banche, quindi, hanno compreso di non poter alzare i tassi oltre al picco massimo già raggiunto e, al contempo, si trovano in un momento congiunturale caratterizzato dalla presenza di un rischio duplice: ovvero da un lato il rischio di ridurre i tassi troppo presto, che potrebbe far tornare a crescere l’inflazione; dall’altro di tagliarli troppo tardi, che potrebbe stroncare una ripresa sul nascere.
“Siamo pronti a mantenere i tassi ai livelli attuali più a lungo se fosse appropriato”, ha dichiarato quindi Powell, rilevando come negli USA l’inflazione continui ad essere alta. Ed ha concluso: “Voglio assicurare gli americani (rivolgendosi agli statunitensi, ndr) che siamo pienamente impegnati a far tornare l’inflazione al nostro livello obiettivo del 2%”. Si attendono dunque sviluppi che portino presto ad una significativa riduzione del caro vita attuale.