Marco Baldini, tutta la verità sulla rottura con Stefania Lillo: la rivelazione scottante spunta solo ora

Il matrimonio tra il conduttore radiofonico e la donna è finito dopo circa sette anni, a vuotare il sacco è stata proprio lei.

“Mi sono innamorata alla follia, subito, di Marco”, a parlare è Stefania Lillo che a settembre del 2007 pronunciò il fatidico ‘sì’, salendo all’altare insieme a Marco Baldini, il noto conduttore radiofonico – testimone del matrimonio fu, tra l’altro, niente meno che Fiorello. Solamente nel 2014, sette anni più tardi, i due decisero di lasciarsi. Come ha raccontato la donna, la situazione era diventata insostenibile.

In un emozionante faccia a faccia di qualche anno fa con l’uomo da Barbara D’Urso a Domenica Live, infatti, aveva ripercorso le tappe che avevano portato alla rottura: “Quando ci siamo sposati nel 2007 sapevo dei suoi problemi, ma credo nelle seconde possibilità. Credevo di costruire un futuro con lui”. Ognuno ha proseguito per la propria strada ma un sentimento d’affetto li lega ancora: “Non odio Marco, tra noi c’è affetto nonostante tutto”.

Perché Marco Baldini e Stefania Lillo si sono lasciati? I motivi della rottura

A 61 anni è diventato papà per la prima volta, nel 2020 è nato Leonardo dalla relazione con la compagna Aurora. Sembra ormai alle spalle il periodo nero per Marco Baldini, noto conduttore radiofonico, che circa una decina di anni fa si è visto crollare il mondo addosso. Il matrimonio con l’ex moglie Stefania Lillo è naufragato nel 2014, a raccontare la rottura è stata proprio la donna.

Pare che alla base della separazione ci fosse la dipendenza dal gioco di lui, affetto da un grave forma di ludopatia – come ammesso dallo stesso Baldini a più riprese e smentito in parte solamente di recente -: “Oggi so di aver fatto finta di non vedere. Sapevano tutti che conduceva una doppia vita… È stato uno stupido, ha rovinato tutto quello che aveva”.

Entrando nel dettaglio, durante la chiacchierata con Barbara D’Urso e l’uomo a Domenica Live, aveva poi dichiarato senza troppi giri di parole: “Il gioco è come un tumore, che dilaga. All’epoca non mi sentivo una vittima ma una carnefice perché lo avevo lasciato… Lo amavo, sbattevo la testa al muro per farmela passare. Me la sono vista brutta, non uscivo più”.