Come facciamo a tutelarci quando i vicini festeggiano con la musica a tutto volume? Ecco cosa dice la legge.
Non serve chissà quale spirito d’osservazione per rendersi conto che al giorno d’oggi la vita è avara di grandi soddisfazioni. Col moltiplicarsi di lavori insulsi, precari, mal pagati e scarsamente tutelati, insoddisfazione e stress la fanno da padrone. Una condizione che tanti cercano di controbilanciare trovando un motivo qualsiasi per far festa.
Non per nulla diversi anni or sono il caustico scrittore francese Philippe Muray coniò il termine di homo festivus per descrivere la tipica posa dell’uomo del nostro tempo, un festaiolo nato alla ricerca costante – o quasi – di occasioni per far festa. Il problema è che homo festivus è piuttosto invadente: i suoi schiamazzi rischiano di assordare i vicini.
La legge però non è particolarmente comprensiva con chi festeggia come se non ci fosse un domani per compensare ritmi di vita sempre più frenetici e sempre meno a misura d’uomo. La legge guarda all’applicazione di una norma astratta, più che alla situazione concreta. Cosa prevede allora la legge quando i vicini festeggiano smodatamente, magari con la musica sparata a mille?
La prima cosa da sapere è che non esiste un orario entro cui il vicino debba smettere di tenere la musica ad alto volume. Ma questo perché, molto semplicemente, non può mai farlo. Il vicino non può disturbare il riposo e le occupazioni altrui. Poco importa che gli schiamazzi avvengano di mattina, di pomeriggio o di notte. Il rumore non può mai superare la cosiddetta soglia di «normale tollerabilità».
Si tratta di un criterio che può apparire generico. In realtà è proprio la sua genericità a consentire una valutazione caso per caso. Sulla base, ad esempio, dell’ubicazione dell’immobile o del momento in cui si produce il rumore fastidioso. Naturalmente di giorno, col traffico più sostenuto, la soglia di «normale tollerabilità» risulterà più alta rispetto alle ore notturne, quando svegliare una persona dal sonno è molto più facile.
Ciò non toglie che il regolamento di condominio non possa stabilire un limite orario oltre il quale è proibito compiere attività rumorose. Violare il divieto in questo caso può costare ai trasgressori una multa fino a 200 euro che in caso di recidiva può toccare anche gli 800 euro. Tuttavia la sanzione deve essere decisa dall’assemblea, dunque è vincolata al possesso dei millesimi.
Ciò significa che se il condomino rumoroso possiede molti millesimi – o se ha amici ben disposti a tollerare il rumore – è facile che la multa non venga mai comminata. Ad ogni modo la sanzione verrebbe devoluta al fondo a disposizione dell’amministratore per le spese ordinarie. In alcun modo rappresenta un risarcimento per il proprietario disturbato dal rumore. Rimane comunque la possibilità di agire in giudizio per i rumori intollerabili, a prescindere dall’orario in cui vengono prodotti.
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