Se fai un lavoro pesante hai diritto al bonus chiamato Ape Sociale, ma non è per tutti: ecco quali categorie ne hanno il diritto e quali no.
Tutti i lavoratori che svolgono mansioni considerate gravose hanno il diritto di andare in pensione anticipata. Lo stato italiano, infatti, consente loro, a certe condizioni e requisiti, la possibilità di ottenere una riduzione dell’età pensionabile e raggiungere così anticipatamente la pensione di vecchiaia.
Questa opportunità è prevista anche per il 2024, con il governo Meloni che ha rinnovato l’Ape Sociale. Possono usufruire di questa misura tutti coloro che hanno maturato i requisiti entro il 31 dicembre 2023. Un requisito fondamentale è la dimostrazione di aver svolto un’attività lavorativa ritenuta gravosa, secondo la normativa vigente, per almeno sette degli ultimi dieci anni della vita professionale del richiedente.
Ma cosa si intende esattamente per lavori gravosi? Quali sono le occupazioni riconosciute come tali dallo stato?
Non è una domanda banale, soprattutto alla luce di una recente sentenza della Corte di Ferrara che ha riconosciuto il diritto di una categoria professionale, finora trascurata, di essere inclusa in questa definizione. Sono considerati lavori gravosi tutte quelle attività che comportano un significativo carico psico-fisico nel corso degli anni. Queste caratteristiche rendono alcune professioni molto più difficili da sostenere a lungo termine. È importante non confondere questa categoria con quella dei lavori usuranti, che prevede un trattamento previdenziale diverso.
Il Tribunale di Ferrara ha decretato che gli Operatori Socio Sanitari (Oss) devono essere considerati come svolgenti un lavoro usurante e gravoso. Di conseguenza, anche questa categoria professionale ha diritto a richiedere l’Ape Sociale o la pensione anticipata e a beneficiare di tutti i vantaggi concessi a chi svolge lavori gravosi e usuranti.
Nella sentenza, si sottolinea quanto il ruolo dell’Oss possa essere logorante dal punto di vista fisico e mentale. In particolare, viene evidenziato che non si tratta di una figura professionale facilmente sostituibile. Come osserva la Corte di Ferrara, un Oss può sostituire, per qualifica e mansioni, un Operatore Socio Assistenziale (Osa), ma non il contrario. Questo elemento rende necessario riconoscere il lavoro dell’Oss come gravoso. Il carico mentale e fisico di determinate prestazioni ricade principalmente su questa figura, soprattutto considerando il ruolo cruciale che svolge nella cura e assistenza domiciliare degli anziani, così come nelle strutture di cura.
In base a questo ragionamento, la Corte di Ferrara ha stabilito che questa categoria professionale ha diritto agli incentivi previsti per i lavori usuranti e gravosi.
Tutti i lavoratori impegnati in mansioni gravose possono quindi richiedere più facilmente l’anticipo pensionistico grazie all’Ape Sociale. Lo stato permette in questi casi di andare in pensione al raggiungimento di 66 anni e 7 mesi di età, con la possibilità di presentare domanda a partire dai 63 anni di età, indipendentemente dagli anni di contributi maturati. Per gli invalidi o caregivers, è richiesto un minimo di 30 anni di contributi. Se invece la richiesta proviene da chi svolge un lavoro gravoso, il numero minimo di anni di contributi richiesti è 36.
Esistono eccezioni per le donne lavoratrici in mansioni gravose, che possono beneficiare di uno sconto di un anno sull’età pensionabile per ogni figlio a carico, fino a un massimo di due anni. Questo significa che il terzo figlio a carico non comporta un ulteriore anno di sconto sull’età richiesta per accedere all’Ape Sociale.
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