Il campione serbo, che sta ancora metabolizzando la delusione di Melbourne, ha assistito coi suoi occhi alla disfatta: è già finita
Quando, in un’intervista rilasciata dopo la vittoria del suo 24esimo Major in quel di New York, fu chiesto a Novak Djokovic quali fossero i suoi obiettivi di fine stagione in un 2023 fino a quel momento da urlo, il campione di Belgrado non si nascose: “Mi piacerebbe vincere Parigi-Bercy, le ATP Finals di Torino e la Coppa Davis con la mia Serbia“.
Con la solita classe, con una tenuta mentale da cyborg e con la giusta dose di fortuna – al Pala Alpitour il serbo riuscì ad accedere alle semifinali solo grazie alla gentile concessione di Jannik Sinner che, già qualificato, batté comunque Holger Rune consentendo allo slavo di staccare il pass nel Round Robin – il fuoriclasse riuscì a soddisfare le sue ambizioni nei primi due trofei.
Non ci fu nulla da fare, invece, in quel di Malaga, quando, con tre match point a disposizione per volare in finale, si fece rimontare dal campione azzurro rinunciando così a giocarsi l’ultimo atto contro l’Australia per portare a casa l’Insalatiera. Un’impresa che invece, come noto, non sfuggì alla Nazionale italiana.
Tra i propositi per il 2024, certamente uno degli ultimi anni in cui il pur eterno serbo potrà essere competitivo ad altissimi livelli, c’era quello di riprovarci con l’amata maglia del proprio paese. Un ulteriore tentativo di salire sul gradino più alto del podio in Coppa Davis per un fenomeno che sulle vittorie individuali ha costruito la sua leggenda.
Djokovic, è già finita: la Slovacchia spegne i sogni di gloria
Rimasto a Belgrado con la famiglia mentre i suoi compagni di nazionale erano impegnati a Kraljevo, cittadina distante meno di 180 km dalla Capitale, per il Round 1 di qualificazione al turno successivo della kermesse a squadre, Djokovic ha visto sgretolarsi davanti ai suoi occhi uno degli obiettivi del suo 2024.
La Slovacchia, avversaria della Serbia, si è infatti clamorosamente imposta per 3-0 eliminando la compagine slava dalla competizione. Fatali le sconfitte, in singolare, di Kecmanovic e Lajovic e quella, in doppio, del primo – che faceva coppia con Cacic – per una caduta fragorosa che era del tutto inaspettata alla vigilia.
La Serbia è dunque già fuori da una competizione che la vedeva partire tra le favorite, e che invece riserverà ai suoi alfieri, per il 2024, solo il round di sopravvivenza in Serie A da disputare a settembre. Chissà se Djokovic scenderà in campo in prima persona per evitare un ulteriore dramma sportivo.