La prescrizione di un debito potrebbe non impedire all’Agenzia delle Entrate di intervenire: ecco come non farsi fregare.
Un debito cade in prescrizione quando il creditore non ottiene del debitore il rimborso della somma di denaro dovuta entro un preciso termine, che viene definito dalla legge. Ciò determina la perdita, da parte del primo, di ogni diritto a recuperare quanto gli spetterebbe. Per il debitore si tratta sicuramente di un vantaggio, sebbene non manchi la possibilità di essere “fregati”. L’Agenzia delle Entrate, infatti, potrebbe subentrare al creditore anche quando non è necessario.
La legge italiana prevede delle determinate scadenze per i debiti. Se, per esempio, questi sono stati fatti con lo Stato la prescrizione partirà solamente dopo 10 anni; mentre ci sono casi in cui il termine può farsi più breve (in generale 5 anni). Non bisogna fare alcuna richiesta di prescrizione, ma limitarsi a fornire una comunicazione al momento adatto. Non si tratta, infatti, di una misura automatica.
I creditori, dunque, farebbero bene a prestare attenzione alla data di scadenza dei debiti – così da non andare oltre il tempo limite. A questi si consiglia, inoltre, di evitare di rivendicare un debito ormai in prescrizione: si metterebbero solo nella posizione di dover sostenere una causa già persa. Il debitore, infatti, potrà far valere i suoi diritti e rifiutarsi di sborsare la somma richiesta.
Quest’ultimo, davanti alla pretesa da parte del creditore di sopperire ai debiti prescritti, potrebbe anche non rispondere alla richiesta ignorandola semplicemente, in quanto non è prevista nessuna conseguenza in situazioni simili. L’unica eccezione si ha quando a domandare che un debito venga rimborsato, nonostante sia caduto in prescrizione, è l’Agenzia delle Entrate.
In tal caso, il debitore dovrà contestare la richiesta dell’ente e presentare ricorso. Non sarà possibile, quindi, limitarsi a non prendere in considerazione la domanda di rimborso. Se il creditore dovesse procedere con la citazione in tribunale del debitore, proseguendo, questo potrà sottolineare il fatto che sia subentrata la prescrizione senza doverlo necessariamente provare.
La prescrizione di un debito non rileva d’ufficio, ciò vuol dire che il giudice non si renderà subito conto della scadenza del pagamento. Spetterà al creditore dimostrare di avere ragione, trovando per esempio testimonianze di atti che hanno portato all’interruzione della prescrizione (come la presentazione di richieste di pagamento con raccomandate).
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