Se anche tu percepisci la cassa integrazione e ti sembra che quei soldi non bastino mai, ecco il ricco conguaglio che sta per arrivare.
La cassa integrazione è un contributo economico che lo Stato dà a chi è sospeso dal lavoro o lavora a orario ridotto a causa di difficoltà produttive aziendali. Possono riceverla gli operai, gli impiegati e i quadri e ne sono invece esclusi i lavoratori a domicilio e i dirigenti. Si distinguono due tipi di cassa integrazione, quella ordinaria e quella straordinaria: ecco l’aumento previsto.
La cassa integrazione ordinaria si rivolge alle aziende industriale ed artigiane dell’edilizia, nonché alle industriali non edili e viene attivata quando si sospende o si riduce l’attività lavorativa a causa di eventi temporanei come le poche commesse o le avversità atmosferiche.
La cassa integrazione straordinaria, invece, viene richiesta per eventi straordinari che impongono la sospensione lavorativa come la riconversione aziendale, oppure la ristrutturazione. Questa, inoltre, sussiste nel caso di fallimento, liquidazione o eventi di questo tipo. Oggi parliamo dell’aumento che riguarda proprio la cassa integrazione straordinaria.
Con un messaggio sul proprio portale ufficiale, l’INPS fa sapere che, nella cassa integrazione straordinaria prevista dall’articolo 30 del DI 48/2023 (il Decreto Lavoro) è consentita l’anticipazione ai dipendenti da parte del datore di lavoro e il conseguente conguaglio dai contributi a debito. Inoltre, grazie al Decreto Lavoro è possibile riconoscere un periodo extra di Cigs, nel biennio 2022/2023: ecco per quale motivo.
Questo periodo extra può essere concesso, in continuità con altri periodi, per le aziende che nel 2022 non hanno potuto completare i piani di ristrutturazione e di riorganizzazione per motivi non imputabili al datore di lavoro. Con questa cassa integrazione straordinaria aggiuntiva si vuole salvaguardare l’occupazione di tutti i dipendenti e quindi i loro redditi, sostenendoli finché l’azienda possa ripartire con i normali ritmi produttivi e quindi con i corretti stipendi.
Questo periodo di integrazione salariale copre l’arco temporale che va dal 1° ottobre 2022 al 31 dicembre 2023 e dev’essere in continuità con il precedente. L’erogazione di questo trattamento di integrazione verrà effettuato dall’INPS, che pagherà direttamente i lavoratori: l’azienda deve quindi inviare all’INPS tutti i dati che gli consentano di procedere con il pagamento.
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