Come funzione la faccenda della casa ereditata da volere vendere. Esistono dei paletti fiscali e temporali da rispettare prima di procedere?
Casa ereditata, ci sono alcune norme che riguardano questa particolare procedura. È possibile venderla anche subito dopo averla ricevuta oppure ci sono dei paletti da rispettare, come ad esempio una scadenza minima? Quando si riceve in eredità un appartamento, sorgono spesso domande riguardo alla possibilità di vendere il bene, soprattutto se si è beneficiato di agevolazioni fiscali come ad esempio il cosiddetto Bonus prima casa.
In questo contesto si rende necessario e doveroso chiarire alcuni aspetti legali e fiscali che possono influenzare la decisione di vendere. Perché di situazioni nelle quali si ottiene una casa ereditata ne avvengono ogni giorno. Del resto in Italia vivono più di 60 milioni di persone, e le abitazioni sono anche maggiori in numero.
Occorre precisare, come prima cosa, che non esiste alcuna normativa che impedisca la vendita di una casa ereditata e di qualsiasi immobile ricevuto per successione. Questo vale anche nel caso in cui il proprietario abbia usufruito del sopra citato Bonus prima casa al momento del trasferimento del bene.
Pur essendo comune che chi accede a tali agevolazioni si impegni a non cedere la proprietà prima di un periodo minimo di cinque anni, questa regola non si applica agli immobili ereditati. Di conseguenza, l’erede può procedere alla vendita senza dover attendere alcun termine specifico.
Cosa occorre per vendere un immobile ereditato?
In aggiunta, se l’appartamento in questione è parte di un condominio che ha beneficiato di lavori finanziati dal Superbonus del 110%, l’erede non deve preoccuparsi di eventuali conseguenze fiscali legate a una vendita anticipata. Sebbene la normativa preveda che, vendendo un immobile entro dieci anni dal termine dei lavori, si possa incorrere in un’imposta sostitutiva sulle eventuali plusvalenze, nel caso di beni ereditati questa tassazione non si applica.
Ciò rappresenta un vantaggio significativo per chi desidera monetizzare un immobile ricevuto in eredità. Un altro aspetto interessante riguarda la possibilità di acquistare un secondo immobile nello stesso comune, anche se si possiede già una casa ereditata per la quale si è beneficiato della stessa agevolazione fiscale. A differenza di quanto avviene per le compravendite tradizionali, in questo caso non è necessario rivendere il primo immobile entro un anno dall’acquisto del secondo. Questo offre maggiore flessibilità a chi desidera ampliare il proprio patrimonio immobiliare.
Possono sorgere anche delle potenziali contestazioni da parte di altri coeredi. In caso di successione, può accadere che altri legittimari, come coniugi, figli o genitori, rivendichino diritti sull’immobile. La legge prevede che questi legittimari possano esercitare un’azione di riduzione della legittima entro dieci anni dalla morte del de cuius. Per tutelare l’acquirente e garantire una transazione serena, gli eredi legittimari possono firmare una dichiarazione in cui si impegnano a non contestare la vendita, assicurando così all’acquirente la tranquillità necessaria per procedere.