Carla Signoris è la moglie di Maurizio Crozza ma è anche una delle attrici e doppiatrici italiane più amate: ecco come ha conosciuto suo marito.
Ci sono grandi amori che vanno avanti ormai da tantissimi anni sempre lontani dai riflettori, ma questo non significa che non siano davvero molto importanti: uno di questi è sicuramente quello formato da Carla Signoris e Maurizio Crozza, con i due che sono sempre più felici ogni giorno che passa nonostante siano passati davvero tantissimi anni dal fatidico ‘sì’ all’altare.
In molti si chiedono ancora oggi come si siano conosciuti: un particolare che nessuno avrebbe mai immaginato.
Carla Signoris moglie Crozza, come si sono conosciuti?
Carla Signoris, nota attrice comica e conduttrice televisiva, svela durante una conversazione su Sky TG24 il modo in cui il marito Maurizio Crozza è stato “educato” alle incombenze domestiche: “A mazzate!”, scherza. La coppia, che si è sposata nel 1991, si è conosciuta giovanissima, a soli 14 anni, e ha cresciuto insieme imparando reciprocamente.
Rivelando i dettagli della loro vita domestica durante il programma A cena da Maria Latella, Signoris sottolinea che, sebbene Crozza non si occupi delle faccende come lavare i piatti o fare il bucato, è un abile cuoco, distribuendo così equamente i compiti in casa.
La donna, originaria di Genova, ha debuttato sul palcoscenico nel 1980 e ha mantenuto il teatro come una delle sue principali passioni. Il suo ingresso in televisione è avvenuto nel 1992 con il programma Avanzi, insieme alla compagnia dei Broncoviz, di cui faceva parte anche quello che sarebbe poi diventato il suo futuro marito. I due, che si sono conosciuti al liceo, hanno continuato a frequentarsi durante gli studi all’Accademia di Recitazione dello Stabile di Genova, e oggi hanno anche avuto due figli: Giovanni e Pietro.
La puntata in cui la famosissima attrice ha rivelato questi dettagli è stata trasmessa in occasione della Giornata Internazionale della Donna, affrontando il tema della violenza di genere. Con statistiche che mostrano che l’82% dei reati è commesso da uomini, si è discusso se un cambiamento nella mentalità di uomini e donne potrebbe contribuire a migliorare la situazione, considerando le continue disparità affrontate dall’Italia nonostante i decenni di lotte femministe.