Tantissimi i prodotti colpiti dalla shrinkflation negli ultimi mesi ma, in particolare, alcuni segnalati da Altroconsumo.
Una vera e propria questione generalizzata, dal prosciutto cotto al detersivo, dai dolcetti per bambini ai beni di prima necessità. Una tendenza che non sembra destinata ad arrestarsi ma che, piuttosto, si diffonde a macchia d’olio per qualunque tipologia di prodotto in vendita.
Una contrazione del prodotto venduto a fronte di una confezione che resta uguale, qualcosa di un po’ illusorio nei confronti di chi compra che quindi non si rende ben conto delle quantità effettive a cui sta facendo riferimento in fase di acquisto.
Acquistare un prodotto richiede sicuramente lo step indispensabile di leggere l’etichetta, questo è ovvio. Molti non lo fanno e sicuramente potrebbero apprezzare cosa c’è scritto, quindi dalla quantità effettiva presente agli ingredienti. Tuttavia è vero che nella maggior parte dei casi si va ad occhio, quindi si è spinti ad acquistare un prodotto anche sulla base della sua confezione, pensando che a confezione più grande corrisponda solitamente anche più prodotto.
Il problema della Shrinkflation è che non così e che la progressiva contrazione della condizione ha portato ad una vera e propria emergenza, tanto che anche Altroconsumo ha sentito la necessità di individuare quei marchi che ne sono stati più colpiti e che quindi hanno attuato un piano di “restrizione” totale del prodotto, riducendo i quantitativi a fronte di un costo che però non è stato minore.
La sintesi è semplice, la confezione del prodotto non viene toccata ma invece il suo peso sì, questo non è più lo stesso, oggi si tolgono 5 grammi, domani 10 grammi e via via si riduce sempre di più mantenendo lo stesso prezzo. In questo modo il consumatore non ha quell’impatto forte di spendere di più o di vedere tutto insieme il peso variato e quindi semplicemente non se ne accorge. Il problema che a fare questo tipo di lavoro sono state anche le grandi marche andando a far lievitare il costo del 200%. Anche se non ce ne rendiamo conto non vuol dire che non ci sia e che non abbia delle ripercussioni.
Tra i prodotti “peggiori” in questo senso, individuati dall’analisi di Altroconsumo, figurano: il detersivo per i piatti Nelsen che è stato ridotto da 1 litro iniziale a 900 e poi a 850 quindi il 35% nel giro di poco tempo, anche le Pringles famose patatine che hanno perso il 22%, la Birra Peroni che è passata da 66 cl a 62 cl nel giro di poco, il Prosciutto cotto confezionato invece è stato ridotto in modo impegnativo tanto da portare diversi brand a prendere questa decisione di seguire l’onda, la Nocciolata di Rigoni d’Asiago è stata variata pesantemente al 38%, lo Yogurt greco di marchi come Delta e Fage, i più famosi, è passato ad una riduzione tra il 30 e il 65%.
Questi sono solo alcuni esempi ma forse il principio che tutti hanno notato è stato nelle bottigline di bibite, prima da 33 cl e poi improvvisamente diventate più sottili, con una diminuzione di prodotto veramente importante. Questa pratica è in atto e bisognerà fare molta attenzione nella scelta dei prodotti per non spendere di più senza nemmeno rendersene conto.
Se è vero che il calendario è uno strumento indispensabile per tenere sotto controllo impegni,…
C'è una soluzione per il tuo abbonamento a Netflix che forse non tutti conoscono: puoi…
Stufi della nauseabonda puzza di sudore che esala dalle scarpe d'allenamento? Possiamo rimuoverla in questo…
Chi è Gabriel, il corteggiatore di Francesca Sorrentino a Uomini e Donne: sta conquistando tutti,…
Gli specchi in ascensore non sono lì per il motivo che pensiamo. La loro presenza…
Assegno di Inclusione e tirocinio retribuito sono compatibili oppure no? Su questo aspetto c'è molta…